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Il potere della metafora..

gennaio 6, 2011

“Come una strada verso l’orizzonte… l’importante non è la meta, l’importante è il viaggio”

 

Troppo linguistico, figura retorica.. più semplicemente (semplice davvero !?) : Metafora… studiata fin dagli antichi nella retorica oggi è oggetto di interesse in molte altre discipline.. e non solo.

 

Umberto Eco la definisce “formatrice dell’attività linguistica” e prosegue “ ogni regola e convenzione posteriore linguistica nasce per ridurre o disciplinare la ricchezza metaforica che definisce l’uomo come animale simbolico”

 

Voglio farla più semplice … la metafora è parte integrante della nostra lingua, del nostro modo di comunicare la realtà. L’uomo è un animale simbolico, un essere che grazie al pensiero percepisce e vive di simboli.

 

 

La metafora altro non è che la trasposizione di questa infinita complessità in un campo neutro ai parlanti così da poter affrontare ogni problema.

 

Il più grande ipnoterapeuta della storia, M. Erikson usava la metafora per portare i suoi pazienti in trance, poiché la metafora scivola attraverso il nostro conscio parlando direttamente all’inconscio. La metafora comunica direttamente con il nostro io più profondo “bypassando”  la ragione … la metafora arriva dritta alle emozioni, arriva dritta al cuore.

 

Tre comici l’hanno definita “ una bugia beffarda al servizio della verità” (Aldo Giovanni e Giacomo, Tel chi el Telun). Non si sbagliavano, perché con la metafora possiamo veicolare grandi verità senza ferire o mettere sulle difensive il nostro interlocutore.

Con la metafora si può trattare un argomento spinoso davanti a centinaia di persone senza correre il rischio di infastidirne nemmeno una …

Con la metafora possiamo intrattenere il nostro interlocutore mentre lasciamo un chiaro messaggio al suo subconscio

 

Voglio lasciarvi con una metafora del grande Milton Erikson.

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Un soldato camminava nella città semidistrutta dai bombardamenti, ovunque macerie, distruzione, morte…

continuando a camminare attraversa i resti di quello che una volta, prima della guerra, prima della distruzione, prima della follia umana, era uno Zoo.

Un bellissimo giardino zoologico ricco di animali rari, esotici, stupendi.

Il soldato continua a camminare: recinti distrutti, gabbie in pezzi… gli animali sopravvissuti erano fuggiti, i meno fortunati giacevano esanimi in balia del tempo.

Ad un tratto il soldato si accorge di essere entrato in quella che era la riserva delle aquile: una grandissima voliera alta decine di metri… il soldato triste e confuso da tutta quella distruzione, si concede un momento per alzare lo sguardo verso la sommità della voliera: era aperta, la rete che la chiudeva era stata spazzata via.

Il soldato continua a guardare in alto, verso il cielo che si staglia sopra la grande voliera, non curante dei possibili nemici che si nascondono tra le macerie e con grande sorpresa scorge un’aquila. Una delle aquile della voliera era sopravvissuta e volteggiava, volteggiava proprio lungo il bordo interno della voliera, all’altezza dove una volta c’era la rete di copertura.

Ormai abituata a quell’altezza, la massima altezza che poteva raggiungere nella voliera, volteggiava ignara della possibilità di libertà che ora aveva… abituata a quell’altezza… abituata a quell’agire.”

 

“La mia Voce ti accompagnerà” Milton H. Erikson

 

LE NOSTRE ABITUDINI SONO I NOSTRI MAGGIORI LIMITI. IMPARIAMO A SUPERARLI, IMPARIAMO A GUARDARE LE POSSIBILITA’ CHE OGNI GIORNO CI VENGONO DATE, IMPARIAMO A VEDERE LE POSSIBILITA’ NASCOSTE ANCHE NEI MOMENTI PIU’ BUI DELLA NOSTRA VITA.

 

Fabio Glielmi

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